Genitori che magari sospirano di sollievo quando i figli finalmente varcano il portone scolastico, sollevati al pensiero di non più doverli gestire tutto il giorno, ma che poi spesso non perdonano al docente nessun errore, nessun momento di stanchezza, nessun ritardo nel compiere la missione. Mamme e papà che spesso si sopravvalutano, generosi nel dispensare consigli educativi e teorie pedagogiche ad altri genitori, ai docenti e alla scuola stessa. Spada di Damocle degli insegnanti. Sempre lì, pronti a valicare il confine tra scuola e famiglia anche con arroganza, convinti che la famiglia non debba mai essere messa in discussione, ma che la scuola possa venir attaccata e colpita in ogni momento. Sono gli stessi genitori convinti che, «se la scuola la facessero loro», sarebbe perfetta. Quelli che delegano, ma criticano. È in quest’ottica che desidero riallacciarmi allo scritto citato.
Autorità politiche e scolastiche devono essere più presenti. Per ritracciare nettamente il confine scuola-famiglia, per sostenere i loro insegnanti, per non permettere ai genitori di «fare la scuola». I docenti devono sentirsi protetti alle spalle per lavorare con tranquillità e serenità, senza dover disperdere gran parte delle loro energie per contrastare attacchi, ingerenze, intromissioni. Il lavoro, ma soprattutto la figura del docente, devono tornare ad essere stimati, valorizzati e tutelati. Tutto questo, naturalmente, non significa rendere scuola e insegnanti intoccabili, vuol semplicemente dire sostenerli, aiutarli e, perché no, anche applicare delle correzioni quando necessario, ma con la dovuta competenza. Vuol dire pretendere che i docenti siano ben formati, ma anche vegliare affinché non debbano poi sottostare alle regole, alle minacce, alle imposizioni dei genitori, che spesso formati non sono. Per concludere, mi sembra opportuno chiarire che non sono una docente. Sono semplicemente una mamma che ha affidato i suoi bambini alla scuola senza pregiudizi o timori. Ho cercato di trasmettere ai miei figli il rispetto per i maestri, la fiducia totale in loro. Ho sempre presentato loro la scuola e i docenti come «prodotti di qualità». Mai potrei permettermi di sminuirne la figura o l’autorità ai loro occhi, anche perché questo creerebbe solo insicurezze e ansie. Certo, magari anch’io non sempre ho condiviso tutto, ma sempre ho capito e accettato, convinta che nulla e nessuno è perfetto, che tutti possiamo sbagliare e che anche i piccoli errori, nostri o altrui, ci formano. Io faccio la mamma e talvolta sbaglio, i docenti fanno i docenti e talvolta magari sbagliano. Con le nostre debolezze, insieme, ma con dei ruoli ben distinti, cerchiamo di crescere ed educare gli adulti di domani.
Lettera Corriere del Ticino, 25 gennaio 2011
di Cristina Mossi Meroni, Giubiasco