«L’istruzione deve privilegiare la qualità e la performance e non il centralismo e il livellamento» – afferma un documento votato sabato dai delegati del partito
LIESTAL – No al centralismo e all’egualitarismo e no alle molteplici riforme che si susseguono in modo disordinato e contraddittorio. L’Unione democratica di centro, riunita a congresso a Liestal (BL), ha approvato ieri all’unanimità un documento sulla scuola obbligatoria, che mette in primo piano i valori tradizionali e la qualità delle prestazioni e lamenta anchela penuria di docenti dovuta al logoramento e alla sfiducia che il sistema scolastico ha prodotto presso gli insegnanti.
Frutto di un lavoro durato tre anni, il documento sottoposto ai delegati UDC – erano circa 500 i convenuti nella località basilese – afferma che la scuola deve privilegiare «la qualità e la performance» e non «il centralismo e il livellamento».
Bisogna agire, «perché la crisi della scuola pubblica non è teorica, ma è palpabile», ha detto il consigliere nazionale Ulrich Schlüer davanti ai delegati del partito.
«Dogmi sinistroidi, antisociali, contrari alla famiglia e all’autorità» hanno alimentato una serie di riforme – il parlamentare zurighese ha parlato di «riformite» – che hanno logorato la scuola e gli insegnanti. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: in Svizzera vi è penuria di docenti.
Nel mirino del partito guidato da Toni Brunner vi è in particolare il «piano di insegnamento 21», elaborato dalla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), e il documento programmatico approvato oggi costituisce una sorta di soluzione alternativa.
La scuola deve essere posta sotto il controllo del popolo sovrano. Spetta al popolo definire democraticamente la politica scolastica e non ai «burocrati dell’educazione», afferma l’UDC, che in passato è scesa in campo per combattere il progetto di armonizzazione scolastica HarmoS.
Bisogna rafforzare principi quali ordine e disciplina. Bisogna anche stabilire obiettivi d’apprendimento chiari e verificare che vengano raggiunti. La scuola deve formare, ma la responsabilità dell’educazione spetta ai genitori.
L’UDC si è detta contraria all’insegnamento «integrativo» e multiculturale», che a suo modo di vedere si fonda su un concetto fallimentare. Gli allievi meno dotati, eventualmente portatori di handicap, vanno posti in «scuole speciali» in modo che venga loro garantita la migliore istruzione possibile. Il partito chiede invece che venga rivalutato il ruolo del docente di classe, che deve essere esonerato dall’»opprimente burocrazia», affinché possa di nuovo dedicarsi completamente all’insegnamento.
Il congresso è stato inaugurato dal presidente Toni Brunner, che ha lanciato un appello a favore dell’iniziativa lanciata dall’UDC per l’espulsione degli stranieri che commettono reati, tema su cui si voterà il 28 novembre. Il consigliere nazionale sangallese ha peraltro nuovamente rivendicato due seggi UDC in Consiglio federale, a garanzia della politica della concordanza nel Paese, negata anche in occasione delle due recenti elezioni di Consiglieri federali.
Corriere del Ticino, 25 ottobre 2010